3 seminari Feldenkrais il sabato mattina.
Metodo Feldenkrais ® – L’immagine di sé nel movimento
tre seminari con Lisei Haardt-Spaeth.
“Noi ci comportiamo secondo l’immagine che abbiamo di noi stessi. (…) La nostra autoimmagine consta di quattro componenti che sono coinvolte in ogni azione: movimento, percezione, sentimento e pensiero. (…) Ciascuno di noi parla, si muove, pensa e sente in modo differente, secondo l’immagine di se stesso che si è costruito nel corso degli anni. Per cambiare il nostro modo di agire dobbiamo cambiare l’immagine di noi che ci portiamo dentro.” (Moshe Feldenkrais, l’inventore del metodo)
Il metodo Feldenkrais utilizza il movimento corporeo per la consapevolezza di se stessi, per la scoperta delle proprie abitudini motorie e comportamentali e per facilitare l’apprendimento di nuovi e più efficaci modi di agire. Il movimento è all’origine di ogni sentire, senza movimento non può esistere la percezione. Attraverso la percezione di noi stessi, riflettiamo su ciò che sentiamo. Mentre facciamo un movimento creiamo uno spazio interiore necessario per l’arricchimento dell’immagine che abbiamo di noi. La percezione per natura è senza giudizio e allo stesso momento è la base di ogni pensiero. Senza percezioni la ragione non può nemmeno nascere. Lo scoprì già il filosofo Kant nella sua critica della ragion pura. Le esplorazioni di movimento avvengono dunque libere da giudizi, da correzioni e non si adattano a nessun modello imposto dall’esterno. Durante le lezioni Feldenkrais viene creato uno spazio protetto che aiuta ad immergersi nell’ascolto, imparare cose nuove e scegliere quello che è più adatto e piacevole per se stessi.
Quando osserviamo come camminiamo, ci giriamo o allunghiamo un braccio per prendere un oggetto, possiamo notare la nostra armonia o rigidità che comunichiamo attraverso questi movimenti. Nell’immagine che ognuno ha di se stesso alcune parti del corpo sono più presenti di altre e dunque più utilizzate di altre. Durante le lezioni, le persone sono guidate a osservarsi, a sentirsi, a muoversi lentamente.
Rispettando i propri limiti, hanno modo di riconoscersi, scoprono l’esistenza di schemi neurologici e comprendono che ognuno ha un suo modo personale di muoversi e di agire. Verificano, inoltre, che una migliore organizzazione può rendere più facile, più piacevole e anche più bella un’azione considerata prima impossibile.
Il primo: Il bacino nella sua tridimensionalità – la forza centrale nel movimento
SABATO 23 Ottobre dalle ore 10,00 alle ore 13,00 – (Info e prenotazione obbligatoria al 392 1143829)
Nell’adattamento della specie umana alla posizione eretta e alla gravità, il bacino, circondato e attraversato da grandi muscoli, è diventato il nostro motore centrale e contribuisce a darci stabilità, sicurezza e forza ai gesti. Però spesso il bacino è immaginato come qualcosa di bidimensionale e piatto, oppure come un peso che si muove solo rigidamente e con fatica. Questa percezione ha effetti sia sulla qualità del movimento che sulle funzioni interne come la respirazione e la digestione.
Il movimento del bacino passa attraverso la colonna vertebrale, raggiunge verso l’alto la testa e ne condiziona la libertà di orientamento, verso i lati periferici degli arti condiziona la libertà movimento come per esempio il camminare, fare sport, danzare, suonare uno strumento o cucinare. Spesso invece gli arti sono mossi come segmenti a se stanti senza alcun collegamento e perciò si affaticano inutilmente. E’ importante dunque sentire la forma e il volume tridimensionale del bacino, localizzare le articolazioni, per poi scoprire tutti i possibili movimenti nello spazio e integrarli nel movimento complessivo che si sta compiendo. In questo modo i gesti diventeranno fluidi e piacevoli.
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